• Skip to main content
  • Skip to footer

Fonianet - Telecomunicazioni in Sardegna

  • Fonianet
    • Profilo
    • Referenze
    • Marchi
  • Servizi & Prodotti
    • Assistenza & Consulenza
    • Telefonia
    • Reti Dati Rame & Fibra Ottica
    • Impianti di Videosorveglianza Sardegna anche in Costa Smeralda
    • Sistemi d’allarme
      • Antifurto Nebbiogeno in Sardegna
    • Ponti Radio & WiFi
    • Controllo Accessi
    • Impianti Elettrici & Domotici
  • Fotogallery Lavori
  • Blog
  • Contatti
  • Cookie Policy (UE)

sardegna

INCENDI NEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI: COME PREVENIRLI CON LE TERMOCAMERE.

20 Luglio 2023 by Ing. Fabio Contu

Un incendio su un impianto fotovoltaico

Incendi negli impianti fotovoltaici: come prevenirli con le termocamere.

Facciamo prima un piccolo riassunto sulle cause principali di incendio sui sistemi fotovoltaici (giusto un breve riepilogo, poi esistono contesti e tecnici specializzati solo sull’argomento a cui vi reinvio).

Perché i pannelli possono prendere fuoco coinvolgendo in tutto o in parte la struttura di sostegno sottostante e propagarsi all’interno del fabbricato?

La presenza di lucernai e traslucidi in vicinanza dei pannelli può essere motivo di propagazione dell’incendio all’interno del fabbricato.

Uno dei problemi più frequenti degli incendi negli impianti fotovoltaici è connesso ai cablaggi: CONNESSIONI LENTE.

La questione dei cablaggi appare spesso sottovalutata e le connessioni lente pare siano una delle cause di incendio più comuni nel caso di incendi di impianti fotovoltaici.

Viste le tensioni non indifferenti in gioco, un primo rischio è quello dell’arco elettrico.

Se durante la fase di sopraluogo post-incendio il ROS riscontra nell’ impianto delle connessioni a vite allentate, queste potrebbero aver generato un arco elettrico (arco voltaico) che potrebbe avrebbe dato origine alle fiamme. E’ appena il caso di evidenziare che, l’arco elettrico generatosi ad impianto in funzione può innescare il materiale sottostante che lentamente si autoalimenta fino a sviluppare l’incendio, anche in ore notturne.

Un arco elettrico in tensione continua, a voltaggio normalmente in uso negli impianti fotovoltaici, può restare acceso per moltissimo tempo, dell’ordine addirittura dei minuti: esso è, pertanto, in grado di forare una lamiera zincata come quella normalmente utilizzata per l’appoggio dei pannelli su un tetto e può comportare l’ innesco dei materiali sottostanti.

SCATOLE DI GIUNZIONE: Uno dei punti a maggior criticità dove è riscontrabile un eventuale arco elettrico è la scatola di giunzione. Anche rimuovendo uno o più pannelli scelti sia tra quelli coinvolti dalle fiamme che tra quelli rimasti intatti si ricercano, all’interno della scatola di giunzione, le tracce di arco elettrico.

Se la scatola di giunzione risulta già danneggiata appaiono evidenti i segni del fuoco anche sul materiale di supporto.

DIFETTI NELLE SALDATURE TRA CELLE: E’ possibile che si sviluppi un arco elettrico anche all’interno del pannello per difettosità delle saldature tra cella e cella oppure per ossidazione creatasi a seguito di perdita di ermeticità del pannello.

Riscontrare la presenza di questi segni sia sui pannelli incendiati che sui pannelli costituenti l’impianto, significa aver individuato una difettosità interna del pannello stesso tale da generare durante l’irraggiamento solare, un arco elettrico in serie tra le celle e capace, altresì, di perforare la parte sottostante (ammaccando il vetro nella parte anteriore), ed intaccando ed innescando il materiale di supporto.

CONNESSIONI LENTE DEL TELAIO: Le connessione lente del telaio e la particolare collocazione dei pannelli situati al termine della falda possono creare infiltrazioni di acqua che nel tempo possono generare, durante il funzionamento, significative correnti di cortocircuito in grado di innescare i pannelli.

Un secondo rischio di incendio dei pannelli FTV è dovuto al fenomeno cosiddetto di “hot spot”, ovvero al riscaldamento localizzato.
Nei moduli, è impossibile che tutte le celle fotovoltaiche siano perfettamente identiche, a causa di inevitabili lievi differenze in fase di fabbricazione. Inoltre puòanche accadere che una parte del campo FTV sia in ombra, o anche semplicemente più sporca(presenza di foglie, polvere): perciò, due stringhe di moduli collegate in parallelo non avranno maiperfettamente la stessa tensione. Di conseguenza, si potrebbe verificare una corrente interna inversache potrebbe provocare danni o surriscaldamenti localizzati: l’hot spot.

Un esempio di incendio su un sistema fotovoltaico causato da HOT SPOT.

Per evitare ciò nei circuiti elettrici si inseriscono appositi diodi: la mancanza dei diodi, ovvero il posizionamento di diodi in numero o di caratteristiche insufficienti, ovvero il loro posizionamento scorretto ovvero, la scelta di materiale non idoneo, ecc. sono tutti fattori che possono provocare l’hot spot, con conseguente rischio di innesco.

Nel caso, invece, di ombreggiamento di una o più celle, la cella ombreggiata diventa un utilizzatore e consuma energia, dissipando la potenza generata dalle altre celle non ombreggiate.

Si va incontro, così, al cosiddetto fenomeno dell’“hot spot”, ovvero del surriscaldamento con relativo rischio di danneggiamento irreversibile delle celle in ombra.

I costruttori dei moduli fotovoltaici inseriscono i diodi di by-pass nella scatola di collegamento, allo scopo di “cortocircuitare” ogni singolo gruppo di celle in caso di ombreggiamento.

Una tale tecnica di protezione per ogni cella è costosa; in pratica il diodo si connette in parallelo a gruppi di celle in serie (18-24-36) formanti un modulo. 

COME PREVENIRE UN INCENDIO IN UN SISTEMA FOTOVOLTAICO?…

UTILIZZO DI TELECAMERE TERMICHE PER MONITORAGGIO CONTINUO.

Ieri, con lo Staff Tecnico di Fonianet, abbiamo effettuato un sopralluogo presso uno stabilimento in Sardegna in cui il cliente ci pregava di recarci con la massima urgenza…

Una volta sul posto abbiamo appurato la situazione che vi mostriamo in foto.

Una porzione del fotovoltaico è andata a fuoco

Parte del sistema fotovoltaico dei loro capannoni (tutti adiacenti tra loro, per una potenza complessiva di 1 MWatt che rende autonomo energicamente il loro stabilimento), a causa delle alte temperature di questo periodo, ha preso fuoco.

Si poteva evitare?

SI: CON L’UTILIZZO DI TELECAMERE TERMICHE PER IL MONITORAGGIO COSTANTE DEL SISTEMA.

La nostra soluzione consiste in un sistema di telecamere bi-spectrum di #HIKVISION nelle quali l’ottica termica monitorerà costantemente l’intera superficie fotovoltaica sul tetto dei capannoni, lanciando un allarme immediato (via mail e a vari numeri di telefono tramite un combinatore telefonico), non appena si rileverà un surriscaldamento anomalo (che potrebbe provocare un incendio), mentre l’ottica standard permetterà di vedere in tempo reale (anche da remoto) cosa sta succedendo sul tetto.

Un’analisi software della copertura delle aree con telecamere termiche

Un sistema di videosorveglianza evoluto che integra algoritmi di intelligenza artificiale e deep learning a bordo potrà evitare il ripetersi di problematiche come quella che ha provocato un danno di decine di migliaia di euro, sia per la riparazione necessaria al fotovoltaico in sè, che per i costi energetici legati al fermo del sistema fotovoltaico (nel frattempo lo stabilimento funziona usando la corrente elettrica erogata dal gestore).

  • QUESTA È UNA PROBLEMATICA CHE PUÒ VERIFICARSI IN TANTISSIME ALTRE REALTÀ, LEGATA A:

– Impianti fotovoltaici un po’ datati;

– Manutenzione ordinaria non effettuata o fatta in modo approssimativo;

– IMPIANTI RECENTI MA REALIZZATI “DI CORSA” COL BONUS 110% DA DITTE APPROSSIMATIVE (per fortuna non tutte…), INTERESSATE PIÚ A CHIUDERE NEI TEMPI STABILITI I LAVORI CHE AL RISULTATO OTTIMALE E ALLA SICUREZZA DEL CLIENTE E DELL’IMPIANTO…(sai che purtroppo è cosí).

Che dici, sarà il caso di tutelarti prima che succeda anche a te?…

Contattaci subito per un sopralluogo e preventivo:

      Cell.  327 750 9675 (anche whatsapp) oppure scrivici su info@fonianet.it o su https://www.fonianet.it/contatti

Ing.Fabio Contu – CTO Fonianet Telecomunicazioni

Filed Under: FOTOVOLTAICO, VIDEOSORVEGLIANZA, VIDEOSORVEGLIANZA TERMICA Tagged With: fonianet, fotovoltaico, hikvision, impianti fotovoltaici, incendi, prevenzione incendi, sardegna, termocamere

Intervista all’Ing.Fabio Contu su VISTANET.IT: Banda Larga e connessioni lente nell’hinterland della Sardegna.

23 Aprile 2023 by Ing. Fabio Contu

Nei giorni scorsi il nostro Ing.Fabio Contu, Direttore Tecnico di Fonianet telecomunicazioni, ha avuto il piacere di essere intervistato dalla redazione di Vistanet, terza testata giornalistica in Sardegna (testata online). Si parla di Banda Larga. L’argomento -come può confermare chi lo conosce e lo segue- è uno di quelli che gli sta da sempre molto a cuore: la scarsissima qualità delle connessioni internet nei paesi del nuorese (ma non solo), che frena lo sviluppo delle zone interne e di vari altri aspetti.
La sua è una crociata che combatte da anni…BUONA LETTURA.

L’Ingegner Fabio Contu è tra quei professionisti che hanno deciso di restare nella propria terra per cercare di costruire qualcosa di concreto e di valore in Sardegna. È co-fondatore nonché Direttore Tecnico della Fonianet Telecomunicazioni, un’azienda che da oltre 13 anni opera nel settore delle telecomunicazioni e della sicurezza anti-intrusione su tutta l’isola. Di recente ha anche creato una rubrica (che sta riscuotendo parecchio successo e interesse sui social) che si chiama “L’ingegnere risponde” e che parte dal presupposto che la tecnologia non debba
essere una nemica ma un’alleata in grado di aiutarci a vivere meglio.

Così, ha deciso di bandire dai propri contenuti tutti quei tecnicismi in “ingegnerese” (così lo ha definito ironicamente lui stesso), che spesso portano ad allontanare le persone dalla tecnologia facendola apparire quasi un argomento per pochi eletti.

Oggi ci illustrerà la sua posizione nei confronti di un aspetto che purtroppo caratterizza e limita lo sviluppo economico e sociale dell’Isola: la carenza di connettività ad alta velocità nelle zone interne che, assieme ad altre
concause, limita la competitività delle nostre aziende sul mercato nazionale e la fruibilità dei contenuti sul web, più in generale, agli abitanti dell’hinterland.

«Se vivi in un paese del centro Sardegna e vuoi Internet veloce…trasferisciti in città» afferma provocatoriamente Contu in apertura. «Si fa un gran parlare di valorizzare e ripopolare i paesi del centro Sardegna, portare sull’isola turisti dalla penisola o dall’estero che ci vivano stabilmente, case a 1 € et similia. Poi, all’atto pratico, chi si trasferisce in un paesino del centro Sardegna (io sono nato e oggi vivo a Oniferi, un bellissimo paese di 900 abitanti tra le colline del nuorese) si confronta con connessioni internet lentissime, con download che, quando va benissimo, arriva a 15 Mbit/sec. e Upload sotto 1 Mbit/sec (ogni volta che devi inviare dei files di qualche decina di Megabyte tramite WeTransfer devi metterti comodo e aspettare). Il punto è sempre lo stesso: Il cosiddetto digital divide resta. I compaesani che leggeranno questo post (così come in altri piccoli paesi del nuorese, ma anche del sassarese, dell’oristanese ecc.), potranno confermare che le velocità di navigazione su internet sono quelle che ho indicato poco fa. Si danno incentivi di tutti i tipi e lo sviluppo delle zone interne resta ancora al palo. Non è possibile uno sviluppo delle aziende attuali se non si può competere alla pari con quelle di altri territori (provate ad affrontate un finanziamento erogato con click-day con connessioni a queste velocità e vedrete). Inoltre, non si possono attrarre investitori esterni a queste condizioni e lo smart working e la didattica a distanza diventano tragici: provate a fare streaming con connessioni come queste…In bocca al lupo!» spiega l’ingegnere.

E sulla fibra ottica? «Tante promesse dei vari operatori ma nei nostri piccoli centri ancora niente FTTH (fibra ottica fino a casa) e neppure FTTC (fibra ottica fino alla cabina di zona, e da lì si sfruttano i cavi telefonici già esistenti che arrivano nelle case). Qualche operatore ti propone FWA (connettività tramite segnale wireless) o connessioni tramite ponti radio con operatori locali Wireless (WISP, Wireless Internet Service Provider), ma non tutti i centri valgono l’investimento di un ripetitore dedicato in zona (tanto piú se la conformazione geografica richiede dei rilanci radio intermedi): purtroppo la legge della domanda e dell’offerta è implacabile. In alternativa connessioni via satellite (e su quelle non mi esprimo…). La situazione è questa. Amiamo i nostri paesi ma il nostro amore romantico andrebbe supportato dalla concretezza di promesse istituzionali finalmente mantenute» conclude Contu.

PER CHI VOLESSE, ECCO COMUNQUE IL LINK DIRETTO ALL’INTERVISTA SUL SITO VISTANET.IT:
Connessioni lente, parla Fabio Contu | Ogliastra – Vistanet

Filed Under: BANDA LARGA Tagged With: banda larga, fonianet, Ing.Fabio Contu, sardegna, telecomunicazioni

Impianti Antifurto e Impianti di Allarme in Sardegna: chiarimenti e suggerimenti.

5 Settembre 2021 by Ing. Fabio Contu

Schematizzazione degli elementi che costituiscono un impianto di allarme

In questo articolo parleremo di impianti antifurto e impianti di allarme in Sardegna, con tanti chiarimenti e suggerimenti.

1. QUALI SONO LE COMPONENTI DI UN IMPIANTO DI ALLARME?

Nell’immagine sopra allegata, si riassume brevemente quali sono le componenti di un impianto di allarme, limitandoci, in questo caso a quelle che si installano sul corpo dell’edificio. Più avanti nell’articolo si farà un cenno anche su quelle che sono le cosiddette “protezioni perimetrali” che costituiscono una sorta di “preallarme” nel sistema.

CENTRALE DI ALLARME.
Questa è il vero cuore del sistema, l’intelligenza che analizza tutti i dati provenienti dai sensori e decide se e quando dare l’allarme in funzione di quanto emerso dall’analisi dei dati inviati dai sensori e/o dalle telecamere. L’allarme viene lanciato in vari modi, tutti contemporanei che sono:

– Allarme sonoro e visivo: dato dalla sirena esterna lampeggiante, con valori sonori spesso superiori anche ai 100 Decibel. Spesso la centrale di allarme è dotata anche di una sirena interna (integrata) che avvisa in modo immediato anche chi è all’interno dell’abitazione;

– Allarme telefonico: all’interno (oppure con una unità esterna a parte che si interfaccia alla centrale di allarme) si trova il cosiddetto “combinatore telefonico”. Esso può essere di tipo PSTN (cioè si interfaccia a una linea telefonica fissa dell’utente) oppure GSM/UMTS/4G ecc. cioè all’interno del combinatore è presente una SIM/USIM che gestisce l’allarme. In caso di allarme, il combinatore farà partire degli SMS a dei numeri mobili preimpostati (tutti assieme o in una determinata sequenza) oppure una chiamata vocale con messaggio pre-registrato;

– Notifica tramite e-mail: in alternativa -o in contemporanea- è possibile inviare una e-mail a un indirizzo pre-configurato nel sistema con la tipologia di evento di allarme, la zona esatta in cui è avvenuto il tentativo di intrusione o ancora -qualora delle telecamere siano state collegate al sistema- delle immagini o dei minivideo dell’evento registrato.
Nei sistemi COMBIVOX da noi installati (di cui Fonianet Telecomunicazioni è l’unica azienda installatrice in Sardegna) il minivideo di 30 secondi parte da 8 secondi prima dell’evento in modo da permettere di visualizzarlo completamente.

SIRENE.
Come accennato al punto precedente, le sirene (esterna e, eventualmente, anche interna) lanciano un allarme sonoro (quella esterna lampeggia con una luce solitamente arancione) di potenza sonora superiore anche ai 100 Decibel allertando tutti nell’area circostante e, nella maggior parte dei casi, mettendo in fuga i ladri.

COMBINATORE TELEFONICO.
Anche questa componente è stata descritta nel punto precedente e rappresenta un allarme “esterno” che allerta i proprietari o un centro di controllo (vigilanza, forze dell’ordine ecc.) sul tentativo di intrusione.

SENSORI VOLUMETRICI:
Non entreremo in questo articolo nelle specifiche tecniche e nell’elencazione delle varie tipologie di sensori (doppia tecnologia, tripla tecnologia ecc. dal momento che tale argomento è stato oggetto di un altro articolo). Spiegheremo qual è la loro funzione e la suddivisione in 2 macrofamiglie.

– Sensori volumetrici filari:
Vengono posizionati all’interno delle stanze dell’edificio e rilevano un movimento all’interno della stanza o del corridoio lanciando immediatamente un segnale alla centrale che fa partire l’allarme. I sensori filari prendono il nome dal fatto che sono collegati via cavo (bus) alla centrale e comunicano con essa via cavo.

– Sensori volumetrici Wireless:
Vengono posizionati anch’essi all’interno delle stanze dell’edificio e rilevano un movimento all’interno della stanza o del corridoio lanciando immediatamente un segnale alla centrale che fa partire l’allarme. I sensori wireless prendono il nome dal fatto che sono collegati in modalità wireless alla centrale quindi avranno un trasmettitore integrato (che comunica a differenti frequenze con la centrale) mentre la centrale sarà dotata di un ricevitore wireless per captare e interpretare i segnali dei sensori e lanciare l’allarme.

Immagine di un sensore volumetrico

CONTATTI MAGNETICI e “ANTI-SHOCK”:
Così come i sensori volumetrici, anche i contatti magnetici possono essere di tipo “filare” e di tipo “wireless”. Essi vengono posizionati su porte e finestre e lanciano l’allarme nel caso in cui la finestra o la porta venga forzata per essere aperta.
Nel caso in cui anziché cercare di forzare una finestra i ladri cerchino di rompere un vetro per cercare di introdursi attraverso una delle ante, si utilizzano i cosiddetti sensori “anti-shock”, che vengono posizionati sui vetri internamente (oppure sulle grandi vetrate di una attività commerciale che si affaccia direttamente sulla strada, ad esempio) e già dal primo colpo al vetro lanciano l’allarme.

2. ESISTONO SISTEMI PER LANCIARE L’ALLARME PRIMA CHE I LADRI ARRIVINO ALLA CASA, MAGARI GIA’ DAL GIARDINO?

BARRIERE PERIMETRALI (A MICROONDE, A INFRAROSSI, O IBRIDE).

In questo caso, si predispongono esternamente, idoneamente collocate e configurate, delle barriere che sfruttano la tecnologia a infrarossi, a microonde o un mix delle 2 tecnologie (che rende il sistema più robusto ai falsi allarmi).

Tali barriere costituiscono una sorta di “fascio invisibile” che avvolge l’edificio o il muro perimetrale o il giardino (dipende sempre dalla tipologia di spazi) e lancia un allarme già nel momento in cui l’intrusione è avvenuta all’interno della proprietà, senza che i ladri siano ancora riusciti ad avvicinarsi all’edificio.

Questo sistema rappresenta una sorta di pre-allarme che riteniamo debba essere sempre extra rispetto ai sensori utilizzati sull’edificio e descritti ai punti precedenti che dovranno comunque essere sempre installati.

Qualora invece si utilizzino delle semplici barriere a infrarossi, esse verranno installate tendenzialmente sulle pareti esterne dell’edificio a proteggere porte e finestre dall’accesso esterno.

NOTA: nella scelta e configurazione dei sistemi perimetrali occorre grande attenzione per evitare i falsi allarmi. Pertanto occorre scegliere prodotti performanti e testati e installarli nel modo più corretto (altrimenti potrebbero generarsi falsi allarmi legati al passaggio di animali o movimento di rami ecc.).
Molti sistemi presentano già di fabbrica degli accorgimenti come la “PET-IMMUNITY” che evita la generazione di allarmi nel caso di passaggio di cani di piccola taglia, gatti ecc.

Schematizzazione di un sistema perimetrale a infrarossi, microonde o ibrido

Infine, come accennato in precedenza, è possibile integrare e interfacciare al sistema di allarme anche altri sistemi non appartenenti propriamente ai sistemi di allarme.

TELECAMERE:

è possibile interfacciare, per rendere il sistema più performante, anche un sistema di videosorveglianza alla centrale di allarme, configurando con attenzione la rilevazione del movimento nella scena (“motion detection”) sulle telecamere per non generare falsi allarmi;

Immagine di una telecamera IP Hikvision (Fonianet è Partner GOLD Hikvision)

ANTIFURTI NEBBIOGENI:
Un altro sistema -che viene installato internamente e viene attivato dall’allarme- è l’ ANTIFURTO NEBBIOGENO. Già dal primo tentativo di intrusione (dal giardino) o effrazione (porte, finestre, garage) il nebbiogeno genererà una folta coltre di “nebbia” costituita da vapore acqueo e “glicole” (un addensante usato in ambito alimentare che è assolutamente non tossico e non danneggia minimamente oggetti, mobili, divani, abbigliamento ecc.).

Se malauguratamente i ladri dovessero comunque riuscire ad introdursi nel vostro edificio (oppure negozio, gioielleria, tabacchino, compro oro ecc.), troveranno al suo interno una nebbia fittissima che impedirà la visuale oltre i 50 cm. Sarà impossibile per i ladri vedere alcunché all’interno.

La nostra azienda Fonianet telecomunicazioni è installatrice e partner certificato IMQ (in conformità alla norma CEI EN 50131/8) dei sistemi nebbiogeni Aura Sicurezza

Un immagine che mostra un nebbiogeno AURA in azione.

Speriamo di essere stati chiari ed esaustivi in questa nostra panoramica e, ribadiamo ancora una volta ciò che non ci stancheremo mai di dire: affidatevi sempre ad aziende installatrici specializzate per garantire la sicurezza vostra, dei vostri cari e delle vostre attività.

Risparmiare sulla sicurezza è come scegliere il medico più economico e non quello più bravo: si risparmia ma non si guarisce…

Per sopralluoghi e preventivi in tutta la Sardegna potete contattarci al numero 327-7509675, inviandoci una mail su info@fonianet.it, oppure sul form del nostro sito web https://www.fonianet.it/contatti.

Buona sicurezza a tutti.

Ing. Fabio Contu – Direttore Tecnico Fonianet Telecomunicazioni

Filed Under: Sicurezza Anti Intrusione Tagged With: alghero, cagliari, costa smeralda, impianto anti furto, impianto anti intrusione, impianto di allarme, nuoro, olbia, oristano, sardegna, sassari

Telecamere termiche per prevenzione incendi: Sardiniazen.com intervista l’Ing.Fabio Contu.

3 Settembre 2021 by Ing. Fabio Contu

Riteniamo utile, a livello introduttivo sull’argomento, allegare la recente intervista rilasciata dal nostro Direttore Tecnico Ing.Fabio Contu, al sito Sardinia Zen (https://www.sardiniazen.com/blog), da sempre attento alle problematiche ambientaliste. Sottolineeremo l’apporto risolutivo che tali tecnologie di cui oggi parliamo, possono dare alla prevenzione della piaga degli incendi (TELECAMERE TERMICHE PER PREVENZIONE INCENDI).

Lotta agli incendi, come la tecnologia più avanzata può fare la differenza

Intervista a un imprenditore del settore,  l’Ing. Fabio Contu, direttore tecnico e co-fondatore di Fonianet Telecomunicazioni.

Purtroppo sappiamo tutti dei recenti roghi che hanno interessato gran parte della Sardegna, Santu Lussurgiu, Scano Montiferro, Porto Alabe, solo per citare alcune delle zone più colpite. Giorni e giorni di interventi massicci da parte di operatori antincendio a terra, vigili del fuoco, migliaia di volontari oltre a heli-tanker e numerosi aerei Canadair (alcuni dei quali inviati anche da altre nazioni dell’UE).

Oggi andremo al cuore del problema assieme all’Ing. Fabio Contu, Direttore tecnico nonché co-fondatore della Fonianet Telecomunicazioni, azienda sarda che si occupa di telecomunicazioni e soprattutto di sistemi di sicurezza e di videosorveglianza sia tradizionali che per applicazioni in contesti “speciali e critici” in tutta la Sardegna.

La domanda sorge spontanea, anche perché il dramma degli incendi si ripresenta puntuale ogni estate: Si poteva fare qualcosa prima, per evitare che tutto ciò accadesse?

La risposta a questa domanda ce la darà in dettaglio l’Ing. Contu, anche se, dovendo riassumere in breve la risposta è: Si, si poteva, grazie alla tecnologia.

Domande:

  • Ing.Contu, si sarebbe potuta evitare questa situazione a monte e, nel caso, in che modo?

  • Buongiorno e grazie per la vostra intervista che mi da modo di fare luce e anche un po’ di chiarezza su un argomento che mi sta molto a cuore, da sardo prima di tutto, e da ingegnere che si confronta ogni giorno sul campo con le problematiche e le loro soluzioni grazie alla tecnologia.

La risposta è “SI, SI POTREBBE EVITARE PERCHÉ’ ESISTONO TECNOLOGIE MODERNISSIME E APPOSITE CHE ANCHE IO CON LA MIA AZIENDA UTILIZZIAMO. 

Tutta la questione si può riassumere con il famoso detto “Prevenire è meglio che curare”. 

Domare un incendio tanto esteso come quello del periodo scorso, che ha interessato oltre 20.000 ettari di boschi dell’isola, significa sostenere costi immediati (squadre di intervento, heli-tanker, Canadair ecc.). Successivamente subentreranno altri costi: bonifica delle aree interessate, rimboschimenti futuri, aiuti economici alle aziende devastate dalle fiamme in cui il ciclo produttivo si è interrotto, riacquisto di automezzi funzionali alla produzione ecc., dell’ordine delle centinaia di milioni di euro se non di alcuni miliardi di euro.

Questo per dire che, quando la frittata è fatta, è molto più difficile e oneroso correre ai ripari.

La nostra azienda, partner Gold dell’azienda leader a livello internazionale Hikvision, utilizza soluzioni termografiche per la prevenzione degli incendi boschivi, cioè telecamere specifiche che riescono a rilevare il principio di incendio permettendo di intervenire subito, prima che le fiamme si propaghino.

  • Ecco, questa è la strada sicuramente da percorrere. Ma come funzionano queste telecamere, cioè, senza entrare troppo nei dettagli tecnici difficili da capire, qual è il procedimento con cui si rileva il principio di incendio e poi si allertano i soccorsi?
  • Le telecamere di cui parlo (noi usiamo con successo il brand Hikvision) integrano al loro interno sia un’ottica tradizionale che una ottica termica. 

Tali telecamere vengono installate a monitorare un’area boschiva anche piuttosto vasta (parecchi ettari), in una posizione frontale rispetto all’area da monitorare, con capacità di rilevamento (sia di giorno che di notte) a distanza che, a seconda dei modelli, possono arrivare a 1,5 km o 3 km. o anche superiori. 

L’intelligenza all’interno delle telecamere che riesce a interpretare ciò che succede è data da specifici algoritmi di intelligenza artificiale che rilevano in modo automatizzato una variazione di temperatura di una certa entità nella scena (compatibile cioè con il principio di incendio). Successivamente la telecamera procede a zoomare in tempo reale (con uno zoom ottico molto potente) sul punto di rilevazione del principio di incendio comunicando alle squadre di soccorso, ED È’ QUESTO UNO DEI PUNTI DI FORZA DEL SISTEMA, le coordinate esatte del punto in cui sta per svilupparsi l’incendio per un intervento IMMEDIATO E PRECISO sul posto. 

Un altro algoritmo specifico sulla telecamera rileva le COLONNE DI FUMO, cioè, qualora il principio di incendio sia coperto da rocce o da grossi massi e quindi non visibile, la telecamera rileverà il fumo che proviene dal punto in oggetto e farà partire l’allarme come nel caso precedente.

  • Bene, senza dubbio è questo l’approccio più corretto. Una curiosità…Ho sentito di recente di altri sistemi che erano stati collaudati oltre 15 anni fa sull’isola e poi mai utilizzati. Senza indagare sui motivi, che opinione ha in merito?…     

  • Beh, credo che in questo caso il discorso dovrebbe spostarsi su contesti differenti rispetto a quello tecnologico, ma non voglio addentrarmi in questioni di cui non conosco le esatte motivazioni. Quello che posso dire è che, ovviamente, in ogni periodo esistono soluzioni più o meno valide e la tecnologia ha fatto passi da gigante. 

15 anni fa non erano ancora neppure tanto diffuse le soluzioni con telecamere IP, la maggior parte delle soluzioni a costi equi erano costituite da telecamere analogiche. Non esistevano algoritmi di intelligenza artificiale che sapessero analizzare in tempo reale miliardi di dati e comunicare in modo automatizzato le coordinate GPS del punto del principio di incendio alle squadre di intervento. Cioè l’intervento era affidato all’operatore davanti al monitor che doveva osservare le riprese delle telecamere H24 cercando di verificare cosa succedeva, ma in modo che non poteva garantire neppure lontanamente la tempestività e precisione dei sistemi attuali.

Per farle un esempio: prima dell’avvento dell’automobile, se qualcuno avesse chiesto una soluzione per spostarsi più velocemente, in molti avrebbero detto “aggiungere cavalli alla propria carrozza”. Poi arrivò l’automobile, una vera rivoluzione copernicana ma relegata all’uso di pochi e poi nel 1908 Ford lanciò la produzione su larga scala della sua Ford T grazie all’utilizzo delle catene di montaggio nelle sue fabbriche. 

Ecco: una tecnologia fino a pochi anni prima impensabile, era diventata alla portata di tutti. 

Lo stesso discorso può farsi su questo tipo di telecamere: nel 2005, ancora lontani dalla rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale, la soluzione era “aggiungere cavalli alla propria carrozza”, oggi siamo allo step successivo: la produzione di Ford T, con telecamere intelligenti ed evolute alla portata di tutti.

  • Grazie ingegnere, chiarissimo come sempre. Ultima domanda, provocatoria ma pratica, e a cui tutti vorranno una risposta: non voglio parlare di conti esatti ma, con quanto si è speso per i recenti incendi, si sarebbero potuti installare parecchi di questi sistemi immagino?…       

  • La mia opinione è che quando si parla di soldi pubblici nessuna domanda è provocatoria. La verità è oggettiva e non è mai interpretabile. Pertanto la mia risposta è si. 

Non posso farle dei conteggi esatti in questo momento ma posso di certo dirle che se si fossero installati i sistemi di cui ho parlato nei 20.000 ettari di boschi bruciati nei giorni scorsi si avrebbe avuto un costo che va al massimo dal 1% al 2% di quanto è stato speso per domare le fiamme e si spenderà per le opere successive (bonifiche, rimboschimento, sovvenzioni alle aziende danneggiate dai roghi ecc.). 

Lei tenga presente che, ai dati che ho sentito, un heli-tanker ha un costo di 2000 € all’ora mentre un Canadair 6000 € all’ora. Consideri quanti heli-tanker e quanti Canadair sono stati utilizzati in quei giorni oltre ai mezzi e alle squadre a terra senza considerare l’intervento di migliaia di volontari che, come sempre, hanno dato un aiuto fondamentale. 

Le cifre spese sono a mio parere dell’ordine delle centinaia di milioni di euro.

Grazie Ing. Contu. 

Sperando di aver portato un briciolo di consapevolezza in più sull’argomento e sulla necessità di un nuovo equilibrio uomo-natura e uomo-foresta che si fondi anche sulle ultime tecnologie disponibili per proteggere la nostra casa comune, mando un sentito augurio di veloce ripresa a tutto il territorio del Montiferru e ai suoi abitanti, umani e non…

Noi di Fonianet Telecomunicazioni crediamo che questa intervista, più di tante altre parole, possa riassumere quali sono le problematiche in oggetto e quanto esse siano ricorrenti, di anno in anno, eppure, nonostante tutto ciò, ancora non si è riusciti a trovare una soluzione tanto EFFICACE quanto DEFINITIVA alla questione. A fine intervista il nostro Ing.Contu, anche se con una stima di massima, ha dato delle cifre che mostrano quanto una prevenzione corretta e ben studiata possa ridurre di decine di volte i costi legati agli incendi e, soprattutto, possa evitare di ridurre sul lastrico aziende che operano anche da decenni sul territorio.

Ora passiamo alla seconda sezione di questa presentazione in cui si descrive, in linea di massima la tecnologia di cui si parla, che consta di vari modelli di telecamere con caratteristiche tecniche differenti a seconda degli ambiti di utilizzo.

TECNOLOGIA.

Immagine che evidenzia alcuni dei modelli di telecamere termografiche proposte.

Schematizzazione delle varie componenti del sistema


Il sistema nel suo complesso non va, ovviamente, ragionato come una telecamera che rileva i principi di incendi e le colonne di fumo posizionata e abbandonata a se stessa, ma va pensata come un “sistema di rilevamento principi di incendio”. Esso è costituito da varie componenti: di alimentazione, di trasmissione, di immagazzinamento immagini e informazioni, di comunicazione allarmi per principio di incendio rilevato, di comunicazione allarmi per tentativo di manomissione o malfunzionamento fortuito ecc.

In funzione della specifica conformazione dell’area da monitorare e del punto in cui il sistema di rilevazione va installato, occorrerà predisporre palificazioni o tralicci (possibilmente poco impattanti a livello estetico) e sistemi di fissaggio idonei per il funzionamento sicuro e ottimale anche e SOPRATTUTTO in giornate di forte vento, che, come sappiamo, sono purtroppo quelle predilette dagli incendiari.

Pertanto, previi accurati sopralluoghi e identificazione delle aree in oggetto, andrà ragionato il posizionamento del sistema, il quale sarebbe opportuno potesse disporre di alimentazione elettrica in loco (situazione spesso verificata giacché molte delle postazioni di vedetta del Corpo forestale sono costituite da dei piccoli casotti se non da piccole casette in muratura che dispongo di alimentazione elettrica in loco).

NOTA: è possibile alimentare il sistema anche tramite kit fotovoltaici (o minieolico) e batterie di accumulo però tale opzione sarà da prevedere solo nei casi più estremi in cui non è possibile in alcun modo disporre di alimentazione elettrica locale. Infatti in questo caso i costi leviterebbero notevolmente sia per l’acquisto dei sistemi di alimentazione e accumulo (pannelli, batterie ecc.) che per la installazione del sistema fino ad arrivare a raddoppiare –nell’ipotesi più rosea- i costi complessivi del sistema di monitoraggio.

Sistema di registrazione e monitoraggio collegato alle telecamere:

Tale sistema rappresenta uno dei punti chiave ed è costituito o da un registratore dedicato che incorpora al suo interno tutti gli algoritmi di gestione dei flussi video delle telecamere Bi Spectrum (sia ottica standard che termica), effettuando l’interfacciamento tra la telecamera e il mondo esterno e inviando gli allarmi e la posizione GPS del “Punto fiamma” alle squadre addette all’intervento di verifica e di spegnimento.

La seconda opzione è quella costituita da un computer dedicato (Workstation) su cui verrà installato il software della Hikvision che gestisce le telecamere e gli allarmi e su cui verranno caricate le licenze per le telecamere termiche. Questa seconda opzione sarebbe quella ottimale ma, vista la particolarità, va valutato con attenzione il sito di installazione e presuppone ambienti di una certa dimensione, chiusi e riparati da umidità ecc.

Sistema di trasmissione degli allarmi e delle immagini in caso di principio di incendio:

Anche in questo caso occorrerà valutare con attenzione il sito in cui si andrà ad installare il sistema di rilevamento termico, e, dalla nostra esperienza, possiamo dire che le situazioni possibili sono 3:

  • ADSL via cavo (o fibra ottica) presente in loco: in caso di edifici prossimi a centri abitati.
    • Connettività tramite ponti radio dal sito in oggetto fino a un sito (distante anche alcuni km ma in visibilità ottica) dotato di connettività ADSL o in fibra ottica;
    • Connettività tramite apposito Router 4G o LTE, dotato di una USIM con traffico possibilmente illimitato, di un operatore del quale si è verificata preliminarmente la sufficiente copertura nell’area in oggetto.


Rilevazione fiamme: l’ottica standard a sinistra riprende la scena  per poi zoomare sul punto in cui l’ottica termica (a destra) ha identificato il principio di incendio.

Rilevazione colonne di fumo: l’ottica standard a sinistra riprende la scena  per poi zoomare sul punto in cui uno specifico algoritmo ha identificato le condizioni di “colonna di fumo”.

BUDGET.

Come si desume da quanto finora indicato, il prezzo del sistema è molto legato al sito in cui il sistema deve essere fisicamente installato, alla disponibilità di alimentazione elettrica diretta in loco, alla difficoltà di accesso con automezzi non fuoristrada all’area individuata, alla modalità di trasmissione delle immagini e degli allarmi alle squadre di intervento e agli altri parametri precedentemente esposti.

Allo stesso modo, qualora l’area sia sottoposta a vincoli paesaggistici, occorrerà una progettazione formale preliminare da sottoporre agli enti competenti per l’approvazione (tale importo varierà ma si stabilirà di volta in volta a seguito del sopralluogo preliminare gratuito).

Di certo si può affermare che, per quanto riguarda il prezzo, esisterà una componente quasi fissa, rappresentata dal sistema di registrazione e analisi delle immagini per l’invio degli allarmi che subirà variazioni di lieve entità anche qualora si installassero diverse telecamere termiche per monitorare un’area più ampia.

Sottolineiamo, alla luce di quanto indicato nell’intervista del nostro Ing. Contu ma, comunque, di pubblico dominio, che questi costi non sono nulla se paragonati ai costi sostenuti per lo spegnimento di un incendio in termini immediati (mezzi e uomini) e futuri (rimboschimento, aiuti alle aziende danneggiate dagli incendi ecc.).

Sarebbe più utile, a nostro parere, che tutti gli uomini oggi utilizzati per lo spegnimento venissero utilizzati per la prevenzione e per il supporto a sistemi di questo tipo.

Per sopralluoghi e preventivi gratuiti in tutta la Sardegna contatta Fonianet Telecomunicazioni al numero 327-7509675, oppure contattaci al link https://www.fonianet.it/contatti o invia una mail a info@fonianet.it.

Ing.Fabio Contu – Direttore tecnico Fonianet telecomunicazioni

Filed Under: VIDEOSORVEGLIANZA Tagged With: prevenzione incendi, sardegna, telecamere termiche, videosorveglianza per prevenzione incendi

Footer

Assistenza e Consulenza

Telefono: (+39) 327 7509675
Email: info@fonianet.it
Indirizzo: Via Matteotti, 22 - 07041 Alghero (SS)

Copyright ©2023 · - all rights reserved Fonianet Srl Telecomunicazioni | p.i. / c.f. 02401010901 · website by m a s k a m e n t e

Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza le preferenze
{title} {title} {title}