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Fonianet - Telecomunicazioni in Sardegna

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Ing. Fabio Contu

Il cliente NON ha sempre ragione.

5 Ottobre 2024 by Ing. Fabio Contu

Il cliente NON ha sempre ragione.

La frase “Il cliente ha sempre ragione” è un adagio che abbiamo sentito mille volte, che esprime, seppur in modo un po’ esasperato, il fatto che occorre porre la massima attenzione nei confronti del cliente.

Il concetto, un po’ datato così posto, è un po’ troppo unilaterale, fino al punto che, nel corso degli anni, è passato il concetto (da parte di certi clienti) che al cliente tutto sia concesso.

Quello si chiama VOLONTARIATO. E’ un’altra cosa.

Quindi, ogni tanto (per fortuna meno dell’1% dei casi nella nostra esperienza diretta), ci si scontra con clienti a volte maleducati, a volte ignoranti e maleducati.

La ciliegina sulla torta si ottiene quando a ignoranza e maleducazione si aggiunge la malafede (e succede).

Richieste di sconti unilaterali.

Pretese di sconti a lavoro terminato in fase di saldo.

Pretese di dilazioni “lunghe” e diverse da quanto pattuito a lavoro finito.

Atteggiamenti del tipo “io ti faccio lavorare”.

E via dicendo…

Quindi, come comportarsi in questi casi?

SEMPLICE: non dimenticarsi mai del fatto che il lavoro è uno scambio al 50%. Un’azienda presta un servizio o svolge un lavoro per un importo pre-concordato tra le parti.

Quindi, il rapporto è sempre egualitario.

Nessuno sta facendo un favore a nessuno.

SOLUZIONE?

Non mettersi mai problemi a perdere un cliente di quel tipo o “affrontarlo a gamba tesa in termini di legge” qualora faccia il prepotente pretendendo cose diverse da quanto pattuito e da lui accettato.

Ci si guadagna in serenità e (credetemi) in IMMAGINE.

PS: per fortuna questa tipologia di clienti sopra descritti è una parte molto piccola sul totale e la maggior parte dei clienti sono persone corrette che rispettano il lavoro altrui e permettono anche a noi, di conseguenza, di ottenere il meglio per loro.

Contattaci subito per un sopralluogo e preventivo:
Cell.  327 750 9675 (anche whatsapp) oppure scrivici su info@fonianet.it o su https://www.fonianet.it/contatti

Ing.Fabio Contu – CTO Fonianet Telecomunicazioni

Filed Under: CLIENTE, Consulenza al cliente, News Tagged With: acquisto, cliente, customer care, Il cliente NON ha sempre ragione

INCENDI NEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI: COME PREVENIRLI CON LE TERMOCAMERE.

20 Luglio 2023 by Ing. Fabio Contu

Un incendio su un impianto fotovoltaico

Incendi negli impianti fotovoltaici: come prevenirli con le termocamere.

Facciamo prima un piccolo riassunto sulle cause principali di incendio sui sistemi fotovoltaici (giusto un breve riepilogo, poi esistono contesti e tecnici specializzati solo sull’argomento a cui vi reinvio).

Perché i pannelli possono prendere fuoco coinvolgendo in tutto o in parte la struttura di sostegno sottostante e propagarsi all’interno del fabbricato?

La presenza di lucernai e traslucidi in vicinanza dei pannelli può essere motivo di propagazione dell’incendio all’interno del fabbricato.

Uno dei problemi più frequenti degli incendi negli impianti fotovoltaici è connesso ai cablaggi: CONNESSIONI LENTE.

La questione dei cablaggi appare spesso sottovalutata e le connessioni lente pare siano una delle cause di incendio più comuni nel caso di incendi di impianti fotovoltaici.

Viste le tensioni non indifferenti in gioco, un primo rischio è quello dell’arco elettrico.

Se durante la fase di sopraluogo post-incendio il ROS riscontra nell’ impianto delle connessioni a vite allentate, queste potrebbero aver generato un arco elettrico (arco voltaico) che potrebbe avrebbe dato origine alle fiamme. E’ appena il caso di evidenziare che, l’arco elettrico generatosi ad impianto in funzione può innescare il materiale sottostante che lentamente si autoalimenta fino a sviluppare l’incendio, anche in ore notturne.

Un arco elettrico in tensione continua, a voltaggio normalmente in uso negli impianti fotovoltaici, può restare acceso per moltissimo tempo, dell’ordine addirittura dei minuti: esso è, pertanto, in grado di forare una lamiera zincata come quella normalmente utilizzata per l’appoggio dei pannelli su un tetto e può comportare l’ innesco dei materiali sottostanti.

SCATOLE DI GIUNZIONE: Uno dei punti a maggior criticità dove è riscontrabile un eventuale arco elettrico è la scatola di giunzione. Anche rimuovendo uno o più pannelli scelti sia tra quelli coinvolti dalle fiamme che tra quelli rimasti intatti si ricercano, all’interno della scatola di giunzione, le tracce di arco elettrico.

Se la scatola di giunzione risulta già danneggiata appaiono evidenti i segni del fuoco anche sul materiale di supporto.

DIFETTI NELLE SALDATURE TRA CELLE: E’ possibile che si sviluppi un arco elettrico anche all’interno del pannello per difettosità delle saldature tra cella e cella oppure per ossidazione creatasi a seguito di perdita di ermeticità del pannello.

Riscontrare la presenza di questi segni sia sui pannelli incendiati che sui pannelli costituenti l’impianto, significa aver individuato una difettosità interna del pannello stesso tale da generare durante l’irraggiamento solare, un arco elettrico in serie tra le celle e capace, altresì, di perforare la parte sottostante (ammaccando il vetro nella parte anteriore), ed intaccando ed innescando il materiale di supporto.

CONNESSIONI LENTE DEL TELAIO: Le connessione lente del telaio e la particolare collocazione dei pannelli situati al termine della falda possono creare infiltrazioni di acqua che nel tempo possono generare, durante il funzionamento, significative correnti di cortocircuito in grado di innescare i pannelli.

Un secondo rischio di incendio dei pannelli FTV è dovuto al fenomeno cosiddetto di “hot spot”, ovvero al riscaldamento localizzato.
Nei moduli, è impossibile che tutte le celle fotovoltaiche siano perfettamente identiche, a causa di inevitabili lievi differenze in fase di fabbricazione. Inoltre puòanche accadere che una parte del campo FTV sia in ombra, o anche semplicemente più sporca(presenza di foglie, polvere): perciò, due stringhe di moduli collegate in parallelo non avranno maiperfettamente la stessa tensione. Di conseguenza, si potrebbe verificare una corrente interna inversache potrebbe provocare danni o surriscaldamenti localizzati: l’hot spot.

Un esempio di incendio su un sistema fotovoltaico causato da HOT SPOT.

Per evitare ciò nei circuiti elettrici si inseriscono appositi diodi: la mancanza dei diodi, ovvero il posizionamento di diodi in numero o di caratteristiche insufficienti, ovvero il loro posizionamento scorretto ovvero, la scelta di materiale non idoneo, ecc. sono tutti fattori che possono provocare l’hot spot, con conseguente rischio di innesco.

Nel caso, invece, di ombreggiamento di una o più celle, la cella ombreggiata diventa un utilizzatore e consuma energia, dissipando la potenza generata dalle altre celle non ombreggiate.

Si va incontro, così, al cosiddetto fenomeno dell’“hot spot”, ovvero del surriscaldamento con relativo rischio di danneggiamento irreversibile delle celle in ombra.

I costruttori dei moduli fotovoltaici inseriscono i diodi di by-pass nella scatola di collegamento, allo scopo di “cortocircuitare” ogni singolo gruppo di celle in caso di ombreggiamento.

Una tale tecnica di protezione per ogni cella è costosa; in pratica il diodo si connette in parallelo a gruppi di celle in serie (18-24-36) formanti un modulo. 

COME PREVENIRE UN INCENDIO IN UN SISTEMA FOTOVOLTAICO?…

UTILIZZO DI TELECAMERE TERMICHE PER MONITORAGGIO CONTINUO.

Ieri, con lo Staff Tecnico di Fonianet, abbiamo effettuato un sopralluogo presso uno stabilimento in Sardegna in cui il cliente ci pregava di recarci con la massima urgenza…

Una volta sul posto abbiamo appurato la situazione che vi mostriamo in foto.

Una porzione del fotovoltaico è andata a fuoco

Parte del sistema fotovoltaico dei loro capannoni (tutti adiacenti tra loro, per una potenza complessiva di 1 MWatt che rende autonomo energicamente il loro stabilimento), a causa delle alte temperature di questo periodo, ha preso fuoco.

Si poteva evitare?

SI: CON L’UTILIZZO DI TELECAMERE TERMICHE PER IL MONITORAGGIO COSTANTE DEL SISTEMA.

La nostra soluzione consiste in un sistema di telecamere bi-spectrum di #HIKVISION nelle quali l’ottica termica monitorerà costantemente l’intera superficie fotovoltaica sul tetto dei capannoni, lanciando un allarme immediato (via mail e a vari numeri di telefono tramite un combinatore telefonico), non appena si rileverà un surriscaldamento anomalo (che potrebbe provocare un incendio), mentre l’ottica standard permetterà di vedere in tempo reale (anche da remoto) cosa sta succedendo sul tetto.

Un’analisi software della copertura delle aree con telecamere termiche

Un sistema di videosorveglianza evoluto che integra algoritmi di intelligenza artificiale e deep learning a bordo potrà evitare il ripetersi di problematiche come quella che ha provocato un danno di decine di migliaia di euro, sia per la riparazione necessaria al fotovoltaico in sè, che per i costi energetici legati al fermo del sistema fotovoltaico (nel frattempo lo stabilimento funziona usando la corrente elettrica erogata dal gestore).

  • QUESTA È UNA PROBLEMATICA CHE PUÒ VERIFICARSI IN TANTISSIME ALTRE REALTÀ, LEGATA A:

– Impianti fotovoltaici un po’ datati;

– Manutenzione ordinaria non effettuata o fatta in modo approssimativo;

– IMPIANTI RECENTI MA REALIZZATI “DI CORSA” COL BONUS 110% DA DITTE APPROSSIMATIVE (per fortuna non tutte…), INTERESSATE PIÚ A CHIUDERE NEI TEMPI STABILITI I LAVORI CHE AL RISULTATO OTTIMALE E ALLA SICUREZZA DEL CLIENTE E DELL’IMPIANTO…(sai che purtroppo è cosí).

Che dici, sarà il caso di tutelarti prima che succeda anche a te?…

Contattaci subito per un sopralluogo e preventivo:

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Ing.Fabio Contu – CTO Fonianet Telecomunicazioni

Filed Under: FOTOVOLTAICO, VIDEOSORVEGLIANZA, VIDEOSORVEGLIANZA TERMICA Tagged With: fonianet, fotovoltaico, hikvision, impianti fotovoltaici, incendi, prevenzione incendi, sardegna, termocamere

Intervista all’Ing.Fabio Contu su VISTANET.IT: Banda Larga e connessioni lente nell’hinterland della Sardegna.

23 Aprile 2023 by Ing. Fabio Contu

Nei giorni scorsi il nostro Ing.Fabio Contu, Direttore Tecnico di Fonianet telecomunicazioni, ha avuto il piacere di essere intervistato dalla redazione di Vistanet, terza testata giornalistica in Sardegna (testata online). Si parla di Banda Larga. L’argomento -come può confermare chi lo conosce e lo segue- è uno di quelli che gli sta da sempre molto a cuore: la scarsissima qualità delle connessioni internet nei paesi del nuorese (ma non solo), che frena lo sviluppo delle zone interne e di vari altri aspetti.
La sua è una crociata che combatte da anni…BUONA LETTURA.

L’Ingegner Fabio Contu è tra quei professionisti che hanno deciso di restare nella propria terra per cercare di costruire qualcosa di concreto e di valore in Sardegna. È co-fondatore nonché Direttore Tecnico della Fonianet Telecomunicazioni, un’azienda che da oltre 13 anni opera nel settore delle telecomunicazioni e della sicurezza anti-intrusione su tutta l’isola. Di recente ha anche creato una rubrica (che sta riscuotendo parecchio successo e interesse sui social) che si chiama “L’ingegnere risponde” e che parte dal presupposto che la tecnologia non debba
essere una nemica ma un’alleata in grado di aiutarci a vivere meglio.

Così, ha deciso di bandire dai propri contenuti tutti quei tecnicismi in “ingegnerese” (così lo ha definito ironicamente lui stesso), che spesso portano ad allontanare le persone dalla tecnologia facendola apparire quasi un argomento per pochi eletti.

Oggi ci illustrerà la sua posizione nei confronti di un aspetto che purtroppo caratterizza e limita lo sviluppo economico e sociale dell’Isola: la carenza di connettività ad alta velocità nelle zone interne che, assieme ad altre
concause, limita la competitività delle nostre aziende sul mercato nazionale e la fruibilità dei contenuti sul web, più in generale, agli abitanti dell’hinterland.

«Se vivi in un paese del centro Sardegna e vuoi Internet veloce…trasferisciti in città» afferma provocatoriamente Contu in apertura. «Si fa un gran parlare di valorizzare e ripopolare i paesi del centro Sardegna, portare sull’isola turisti dalla penisola o dall’estero che ci vivano stabilmente, case a 1 € et similia. Poi, all’atto pratico, chi si trasferisce in un paesino del centro Sardegna (io sono nato e oggi vivo a Oniferi, un bellissimo paese di 900 abitanti tra le colline del nuorese) si confronta con connessioni internet lentissime, con download che, quando va benissimo, arriva a 15 Mbit/sec. e Upload sotto 1 Mbit/sec (ogni volta che devi inviare dei files di qualche decina di Megabyte tramite WeTransfer devi metterti comodo e aspettare). Il punto è sempre lo stesso: Il cosiddetto digital divide resta. I compaesani che leggeranno questo post (così come in altri piccoli paesi del nuorese, ma anche del sassarese, dell’oristanese ecc.), potranno confermare che le velocità di navigazione su internet sono quelle che ho indicato poco fa. Si danno incentivi di tutti i tipi e lo sviluppo delle zone interne resta ancora al palo. Non è possibile uno sviluppo delle aziende attuali se non si può competere alla pari con quelle di altri territori (provate ad affrontate un finanziamento erogato con click-day con connessioni a queste velocità e vedrete). Inoltre, non si possono attrarre investitori esterni a queste condizioni e lo smart working e la didattica a distanza diventano tragici: provate a fare streaming con connessioni come queste…In bocca al lupo!» spiega l’ingegnere.

E sulla fibra ottica? «Tante promesse dei vari operatori ma nei nostri piccoli centri ancora niente FTTH (fibra ottica fino a casa) e neppure FTTC (fibra ottica fino alla cabina di zona, e da lì si sfruttano i cavi telefonici già esistenti che arrivano nelle case). Qualche operatore ti propone FWA (connettività tramite segnale wireless) o connessioni tramite ponti radio con operatori locali Wireless (WISP, Wireless Internet Service Provider), ma non tutti i centri valgono l’investimento di un ripetitore dedicato in zona (tanto piú se la conformazione geografica richiede dei rilanci radio intermedi): purtroppo la legge della domanda e dell’offerta è implacabile. In alternativa connessioni via satellite (e su quelle non mi esprimo…). La situazione è questa. Amiamo i nostri paesi ma il nostro amore romantico andrebbe supportato dalla concretezza di promesse istituzionali finalmente mantenute» conclude Contu.

PER CHI VOLESSE, ECCO COMUNQUE IL LINK DIRETTO ALL’INTERVISTA SUL SITO VISTANET.IT:
Connessioni lente, parla Fabio Contu | Ogliastra – Vistanet

Filed Under: BANDA LARGA Tagged With: banda larga, fonianet, Ing.Fabio Contu, sardegna, telecomunicazioni

Hacker e sistemi di videosorveglianza: come proteggersi?

10 Giugno 2022 by Ing. Fabio Contu

La notizia da un paio di giorni su tutti i media italiani

Hacker e sistemi di videosorveglianza…argomento delicato. Hai mai pensato cosa succederebbe se un hacker avesse accesso al sistema di videosorveglianza di casa tua o del tuo negozio, palestra ecc.?

Dovresti iniziare a pensarci perché è successo MA…vediamo di capire un po’ perché è successo, chi può avere sbagliato e come evitarlo in futuro.

Riassumendo in breve la notizia: un gruppo organizzato (ci sono stati 11 arresti), con evidenti capacità informatiche, scandagliava il web cercando sistemi di videosorveglianza “attaccabili” per poi mettere online i video delle telecamere su Telegram e Vkontakte (un social russo come Facebook molto diffuso in Russia). Esisteva proprio un tariffario: 20 € per un abbonamento standard e con altri 20€ si accedeva all’abbonamento Premium che dava diritto a immagini ancora più riservate e…hot: camere da letto, spogliatoi di palestre e piscine se non anche le credenziali di accesso ai sistemi di videosorveglianza ritenuti più interessanti.

L’indagine è nata in modo quasi fortuito dalla denuncia di un cittadino che ha riconosciuto nel video gli spogliatoi della sua palestra. E il network “spione” contava già circa 10.000 utenti paganti, di cui 2.000 Premium.

COME E’ STATO POSSIBILE E COME EVITARLO?

Ovviamente in questi casi occorre fare attenzione al sensazionalismo giornalistico che rischia di far passare la notizia che ogni sistema di videosorveglianza può essere hackerato come niente fosse: non è così.

Per iniziare, non è corretto dire “sono state hackerate le telecamere”. Nel senso che occorre distinguere e capire bene il processo che ha portato ad hackerare un sistema di videosorveglianza. Parliamone.

Il sistema di videosorveglianza è stato raggiunto dagli hacker ovviamente via Web. Pertanto non essendo le telecamere direttamente collegate sul web ma a una rete interna e da lì a un router che poi comunica con il mondo esterno, il primo anello debole della catena è stato il ROUTER.
Tutti noi che navighiamo sul Web lo facciamo attraverso dei router dei vari operatori con cui stipuliamo un contratto ADSL o in Fibra ottica o Mobile.
Molto probabilmente chi ha installato il router ha lasciato USER e PASSWORD di default o password comunque facilmente violabili (sapete quali sono le password più usate nel mondo? 123456 e 12345678. Se sono anche le tue fila subito a cambiarle!).

Il secondo step di criticità è a monte: avere utilizzato un sistema di videosorveglianza a basso costo (avete presente i classici sistemi che trovate sul web a 99 € per 4 telecamere e un registratore DVR-NVR?), installato tra l’altro anche da un non professionista (il classico cugino smanettone). Se compri una panda (con tutto il rispetto per le Panda che sono fantastiche), non puoi lamentarti del fatto che a 150 Km/h in curva si ribalta. Ti occorre una macchina sportiva.

Dal secondo step ne consegue a ruota il presente terzo step e cioè che è probabile che anche sul registratore di videosorveglianza sia stato compiuto lo stesso errore fatto per il router: password di default o molto semplice. Per degli hacker in gamba è una passeggiata dopo avere violato il router fare lo stesso per il sistema di registrazione (o nel caso di telecamere IP accedere anche direttamente alle singole telecamere sulla rete LAN interna dell’utente).
NOTA: L’utilizzo di sistemi a basso costo implica nella maggior parte dei casi la mancata emissione da parte della casa costruttrice di patch di aggiornamento o nuovi firmware (i software installati sui dispositivi di registrazione o anche sulle telecamere se IP) che correggano vulnerabilità di sicurezza riscontrate. Per capirci: se hanno violato il tuo sistema low cost potrebbero rifarlo di nuovo.

SOLUZIONI POSSIBILI:

A) Cambiare spesso le credenziali (user e password) del tuo router utilizzando caratteri alfanumerici e simboletti “strani” (!”£$%%&/ per farti un esempio…). Possibilmente utilizzare un firewall o configurare il firewall integrato nel router (che è sempre meglio di niente).

B) Stesso discorso per telecamere e registratori: usate password efficaci e acquistate sistemi di videosorveglianza di marchi primari, internazionali e conosciuti, che dispongono di un reparto si occupa sempre di elaborare aggiornamenti software per risolvere problematiche di sicurezza.

C) Evitate di accedere al vostro sistema di videosorveglianza da remoto in modo diretto, cioè tramite web sull’indirizzo IP statico della vostra linea ADSL o in Fibra ottica. Usate sempre se possibile, un sistema in cloud messo a disposizione dalla casa costruttrice delle telecamere per cui arrivate alle vostre telecamere non direttamente dal Web ma passando attraverso quel cloud.

D) L’ultimo, a mio parere, è un criterio non tecnologico ma di logica e buon senso: EVITA DI INSTALLARE TELECAMERE NELLE VOSTRE STANZE DA LETTO O IN QUELLE DEI TUOI FIGLI. Idem ovviamente per spogliatoi di palestre, piscine ecc. E’ proprio fondamentale?…
Le immagini riservate “hot” e -purtroppo- quelle dei bambini hanno, triste dirlo, un florido mercato nel Dark Web (e non solo). Non a caso, infatti, l’indagine ha evidenziato anche risvolti pedopornografici.

RIASSUMENDO: occhi aperti, buon senso, affidarsi a marchi e professionisti seri. Forse con la notizia di oggi la gente ha iniziato a capirlo.
O almeno spero…

Per sopralluoghi e preventivi per il tuo sistema di videosorveglianza o allarme (SERI) in tutta la Sardegna contattaci su info@fonianet.it, o clicca qui oppure chiamaci al numero 327-7509675. A presto!

Ing.Fabio Contu – Direttore Tecnico Fonianet Telecomunicazioni

Filed Under: News, Sicurezza Anti Intrusione, VIDEOSORVEGLIANZA Tagged With: casa, hacker, telecamere, videosorveglianza, violazione

Telecamere termiche per proteggere impianti fotovoltaici da incendi.

5 Giugno 2022 by Ing. Fabio Contu

Un estratto da una notizia di ieri su una testata giornalistica online sarda

Prima di parlare nello specifico delle telecamere termiche, occorre fare una breve introduzione.

Recentemente, in tutta l’Italia ma in modo particolare in Sardegna, in cui, si sa, il sole di certo non manca, ha preso particolarmente piede la realizzazione di impianti fotovoltaici, anche di grandi dimensioni, per produzione di energia elettrica con fonti alternative.

I fortissimi rincari sulle bollette dell’energia elettrica e sui carburanti, oltre ai vari bonus e incentivi statali, hanno dato una forte spinta al comparto. Si è capito finalmente che l’energia la si può produrre in casa propria senza essere ostaggi di politiche e vicende internazionali (guerre, pandemie ecc.) sulle quali, è evidente, non si può avere alcun controllo. O perlomeno lo si può fare per una gran parte del proprio fabbisogno.

Ho visto realizzati in tutta l’isola parchi fotovoltaici anche di grandi dimensioni (spesso in zone industriali per fornire energia localmente e direttamente alle varie aziende dell’area) ma, in contemporanea, emergono delle problematiche differenti che forse si erano sottovalutate.

Ho allegato un estratto da una notizia di una testata giornalistica online del nuorese di ieri, in quanto, in modo molto evidente, si capisce quali siano tali problemi e cioè…

INCENDI A CAUSA DI SURRISCALDAMENTI DI UNA O PIU’ COMPONENTI DEL PARCO FOTOVOLTAICO.

Tanto più nel periodo estivo in cui le temperature dell’aria in certe zone dell’isola nelle ore di punta estive possono superare anche i 45° (nella zona in cui si è sviluppato l’incendio si arriva -i sardi lo sanno- in estate anche a 50°), le problematiche di surriscaldamento si fanno evidenti.

Quindi, in sostanza, come si può PREVENIRE, problematiche di questo tipo?…

SOLUZIONE: UTILIZZANDO DELLE TELECAMERE TERMICHE CON VIDEOANALISI.

Installando nel perimetro del parco fotovoltaico delle telecamere termiche con tecnologia avanzata e algoritmi di intelligenza artificiale e videoanalisi, è possibile effettuare un monitoraggio costante della temperatura di esercizio dell’impianto.

Sappiamo normalmente qual è la temperatura abituale di esercizio delle varie componenti di un campo fotovoltaico, sia durante le calde giornate estive che in notturna. Impostando delle soglie specifiche nel sistema di telecamere termiche installate si rileverà in tempo reale (e si lancerà un allarme ai proprietari dell’impianto fotovoltaico) una temperatura troppo elevata che suggerisce il RISCHIO DI INCENDIO.

In questo modo si potrà intervenire tempestivamente in loco scongiurando quanto, per l’appunto, successo ieri a Ottana e riportato nell’immagine all’inizio di questo post.

Sia chiaro, un sistema di questo tipo permetterà di prevenire anche intrusioni esterne di malintenzionati che vogliono dannneggiare o sabotare l’impianto: LE TELECAMERE TERMICHE RILEVERANNO IL SUPERAMENTO DI DETERMINATE LINEE PREIMPOSTATE NELLA SCENA (E, IN NOTTURNA, IL CALORE CORPOREO DEGLI INTRUSI), LANCIANDO L’ALLARME..

Sarà inoltre possibile monitorare delle sale macchinari segnalando in tempo reale il surriscaldamento di alcune componenti o, ancora, verificare tempestivamente un principio di incendio in ambienti come magazzini in cui è stoccato materiale infiammabile o a rischio di autocombustione.

Insomma, come potete vedere, sono tantissimi gli ambiti di utilizzo e soprattutto, ESISTONO SGRAVI FISCALI PER CHI VA AD INSTALLARE SISTEMI DI QUESTO TIPO NELLE PROPRIE AZIENDE.

Per dettagli e chiarimenti o per un sopralluogo e preventivo presso le vostre aziende la nostra azienda FONIANET TELECOMUNICAZIONI, PARTNER GOLD DI HIKVISION che realizza tali sistemi, saremo ben lieti di darvi le giuste indicazioni e l’offerta più adatta alle vostre esigenze.

Contattateci su info@fonianet.it, o su https://www.fonianet.it/contatti o al numero 327-7509675 per un sopralluogo nella vostra azienda in qualunque punto della Sardegna.

NON TRASCURATE: E’ IN ARRIVO UNA CALDA ESTATE…

Ing.Fabio Contu – Direttore Tecnico Fonianet Telecomunicazioni

Filed Under: VIDEOSORVEGLIANZA, VIDEOSORVEGLIANZA TERMICA

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